mercoledì 18 marzo 2015

La saga di The Maze Runner - Recensione

La recensione che vi propongo oggi è quella sella triologia di “The maze runner” scritta da James Dashner e pubblicata in italia dalla Fanucci editore al prezzo di 14,90€ a volume. La saga per ora è composta da 4 volumi, 3 che seguono la storia principale, cioè “Il labirinto” “La fuga” e “La rivelazione” e poi abbiamo un prequel chiamato “La mutazione” e ne è stato annunciato un altro che vedrà la luce nel 2016 in America.







Questa è una saga di tipo distopico/fantascientifico e per questa catalogazione è stato paragonato ad altre due saghe molto in voga al momento cioè “Hunger Games” e “Divergent” ma secondo il mio parere se ne discosta parecchio. Io ho letto Hunger Games ma non Divergent, anche se so più o meno la trama e posso dirvi che ben poche cose hanno in comune, ma questo lo scoprirete leggendola perche non ho intenzione di fare troppi spoiler sulla trama.

All’inizio del primo volume ci troviamo a seguire le vicissitudini di Thomas, un ragazzo che non ricorda nulla del suo passato e che per mezzo di un ascensore metallico viene portato all’interno di una radura popolata da soli ragazzi. Questi gli spiegheranno che la radura è al centro di un immenso labirinto che li tiene prigionieri. Thomas verrà introdotto nella loro piccola società, ma le cose inizieranno a prendere subito una piega strana ed interessante.

La trama credo che sia il punto forte dell’opera, abbiamo azione a non finire ed ogni capitolo ti lascia con il fiato tanto sospeso da non riuscire a posare il libro. La storia che si dirama in tutti e tre i volumi è complessa ed intricata e a volte ci sono molti punti oscuri, ma non ho riscontrato gravi buchi nella trama. L’unico problemino in questo senso è che i personaggi hanno pochissimo background, ma ciò è pienamente giustificato dal fatto che hanno perso la memoria. Lo stile è adeguato alla trama, non troppo complesso ne troppo elementare ed estremamente scorrevole, praticamente ti fa volare fra le pagine. L’unica cosa ostica in questo senso è il gergo utilizzato dai protagonisti, a cui ho fatto davvero fatica ad abituarmi e in alcuni punti l’ho trovato anche leggermente fuori luogo dato che andava a rovinare la gravità di alcune situazioni. Ma non è una mancanza dello stile, ma più che altro una scelta dello scrittore, e comunque dopo un pò di tempo ci si fa l’abitudine.
Ora però passiamo alla parte con gli spoiler, e a quello che ho estrapolato dall’opera.


                                                            [SPOILER ALERT]


Quello che troveremo scritto sul braccio di Teresa sarà una cosa che ci perseguiterà per tutti e tre i volumi. WICKED è BUONO. All’inizio l’entità e gli scopi di questa organizzazione ci sono sconosciuti, ne veniamo a conoscenza solamente alla fine del primo volume e proprio da li inizieremo a ritenere quest’affermazione molto poco credibile. La malvagità presunta di questo gruppo di scienziati ( perche alla fin fine di scienziati si tratta) sembra rimarcata continuamente dalle prove ai limiti dell’umano a cui sottopongono i poveri ragazzi. Ma gli esponenti di questo gruppo di ricercatori continuano a ribadire la loro “innocenza”. Perche lo fanno? Per fanatismo? Per pura e semplice cattiveria? Purtroppo la risposta non è semplice. Non esiste un solo punto di vista sotto cui vedere l’operato di WICKED. La situazione non può essere riassunta in due colori, bianco e nero. Il dilemma che ci si presenta è estremamente complesso, ed è una pura questione etica. Da quando si è iniziata ad evolvere la scienza siamo sempre stati posti davanti a conflitti di questo genere. È giusto sacrificare un gruppo di persone per salvare l’intera popolazione mondiale? È giusto condannare un gruppo di ragazzini a patire le pene dell’inferno per trovare una cura che possa salvare il resto dell’umanità dall’estinzione? Non esiste, credo io, una risposta sicura. Ovviamente, seguendo la storia con gli occhi dei protagonisti e affezionandoci a loro la cosa più spontanea che ci viene da fare è condannare questa associazione. Ma provate ad immedesimarvi nel gruppo di scienziati e nel resto della popolazione mondiale: il sacrificio di questi ragazzi potrebbe portare alla salvezza di tutto il genere umano. Nonostante la degenerazione dell’operato di WICKED e dei suoi adepti, che raggiungono alla fine un’ossessione maniacale per l’esperimento ( forse indotto anche dall’avanzare del virus) nell’epilogo troviamo un’ultima apologia.

 La cancelliera Ava Paige ( non nego che mi sarebbe piaciuto vederla in azione) riesce a riportare in auge lo spirito iniziale con cui lavorava l’organizzazione, cercando in tutti i modi non di giustificare, ma di redimere il suo operato, aiutando i giovani che ormai sono diventati l’unica speranza per il futuro dell’umanità. L’ultima rivelazione, che ci svela che L’eruzione è stata rilasciata consensualmente come mezzo di controllo dell’incremento della popolazione, ci fa perdere del tutto fiducia in quel mondo ormai distrutto e ci fa guardare con speranza al futuro che gli immuni creeranno. E io non credo che il finale sia insoddisfacente o altro, credo che sia in linea con il senso dell’opera e estremamente verosimile. Nel mondo reale non sempre si trova una cura per la malattia. Non importa quanto ci si provi, quanto preparati siano i ricercatori, a volte la risposta ci sfugge. Magari con più tempo a disposizione e cambiando metodi di ricerca WICKED sarebbe riuscito a trovare una cura. Non lo sapremo mai. Non mi sento neanche di dire di voler sapere come continua la storia, ho trovato il finale soddisfacente e esaustivo al punto giusto.


Magari io ho interpretato l’opera in modo troppo “filosofico” ma ultimamente faccio fatica a trovare trame così interessanti, con così diverse vie di interpretazione e che riescano a prendermi così tanto. Poi ritengo che la bellezza dei libri sia anche nei significati che gli attribuiscono i lettori. Non so se davvero James Dashner ci abbia voluto proporre questo dillema etico oppure se sia stato solo un mio modo di vedere le cose, ma tant’è.


La saga secondo me è meravigliosa e vale la pena leggerla.










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