La recensione che vi propongo oggi è quella sella triologia
di “The maze runner” scritta da James Dashner e pubblicata in italia dalla
Fanucci editore al prezzo di 14,90€ a volume. La saga per ora è composta da 4
volumi, 3 che seguono la storia principale, cioè “Il labirinto” “La fuga” e “La
rivelazione” e poi abbiamo un prequel chiamato “La mutazione” e ne è stato
annunciato un altro che vedrà la luce nel 2016 in America.
Questa è una saga di
tipo distopico/fantascientifico e per questa catalogazione è stato paragonato
ad altre due saghe molto in voga al momento cioè “Hunger Games” e “Divergent”
ma secondo il mio parere se ne discosta parecchio. Io ho letto Hunger Games ma
non Divergent, anche se so più o meno la trama e posso dirvi che ben poche cose
hanno in comune, ma questo lo scoprirete leggendola perche non ho intenzione di
fare troppi spoiler sulla trama.
All’inizio del primo volume ci troviamo a seguire le
vicissitudini di Thomas, un ragazzo che non ricorda nulla del suo passato e che
per mezzo di un ascensore metallico viene portato all’interno di una radura
popolata da soli ragazzi. Questi gli spiegheranno che la radura è al centro di
un immenso labirinto che li tiene prigionieri. Thomas verrà introdotto nella
loro piccola società, ma le cose inizieranno a prendere subito una piega strana
ed interessante.
La trama credo che sia il punto forte dell’opera, abbiamo
azione a non finire ed ogni capitolo ti lascia con il fiato tanto sospeso da
non riuscire a posare il libro. La storia che si dirama in tutti e tre i volumi
è complessa ed intricata e a volte ci sono molti punti oscuri, ma non ho
riscontrato gravi buchi nella trama. L’unico problemino in questo senso è che i
personaggi hanno pochissimo background, ma ciò è pienamente giustificato dal
fatto che hanno perso la memoria. Lo stile è adeguato alla trama, non troppo
complesso ne troppo elementare ed estremamente scorrevole, praticamente ti fa
volare fra le pagine. L’unica cosa ostica in questo senso è il gergo utilizzato
dai protagonisti, a cui ho fatto davvero fatica ad abituarmi e in alcuni punti
l’ho trovato anche leggermente fuori luogo dato che andava a rovinare la
gravità di alcune situazioni. Ma non è una mancanza dello stile, ma più che
altro una scelta dello scrittore, e comunque dopo un pò di tempo ci si fa
l’abitudine.
Ora però passiamo alla parte con gli spoiler, e a quello che
ho estrapolato dall’opera.
[SPOILER ALERT]
Quello che troveremo scritto sul braccio di Teresa sarà una
cosa che ci perseguiterà per tutti e tre i volumi. WICKED è BUONO. All’inizio
l’entità e gli scopi di questa organizzazione ci sono sconosciuti, ne veniamo a
conoscenza solamente alla fine del primo volume e proprio da li inizieremo a
ritenere quest’affermazione molto poco credibile. La malvagità presunta di
questo gruppo di scienziati ( perche alla fin fine di scienziati si tratta)
sembra rimarcata continuamente dalle prove ai limiti dell’umano a cui
sottopongono i poveri ragazzi. Ma gli esponenti di questo gruppo di ricercatori
continuano a ribadire la loro “innocenza”. Perche lo fanno? Per fanatismo? Per pura
e semplice cattiveria? Purtroppo la risposta non è semplice. Non esiste un solo
punto di vista sotto cui vedere l’operato di WICKED. La situazione non può
essere riassunta in due colori, bianco e nero. Il dilemma che ci si presenta è
estremamente complesso, ed è una pura questione etica. Da quando si è iniziata
ad evolvere la scienza siamo sempre stati posti davanti a conflitti di questo
genere. È giusto sacrificare un gruppo di persone per salvare l’intera
popolazione mondiale? È giusto condannare un gruppo di ragazzini a patire le
pene dell’inferno per trovare una cura che possa salvare il resto dell’umanità
dall’estinzione? Non esiste, credo io, una risposta sicura. Ovviamente,
seguendo la storia con gli occhi dei protagonisti e affezionandoci a loro la
cosa più spontanea che ci viene da fare è condannare questa associazione. Ma
provate ad immedesimarvi nel gruppo di scienziati e nel resto della popolazione
mondiale: il sacrificio di questi ragazzi potrebbe portare alla salvezza di
tutto il genere umano. Nonostante la degenerazione dell’operato di WICKED e dei
suoi adepti, che raggiungono alla fine un’ossessione maniacale per
l’esperimento ( forse indotto anche dall’avanzare del virus) nell’epilogo
troviamo un’ultima apologia.
La cancelliera Ava Paige ( non nego che mi sarebbe
piaciuto vederla in azione) riesce a riportare in auge lo spirito iniziale con
cui lavorava l’organizzazione, cercando in tutti i modi non di giustificare, ma
di redimere il suo operato, aiutando i giovani che ormai sono diventati l’unica
speranza per il futuro dell’umanità. L’ultima rivelazione, che ci svela che
L’eruzione è stata rilasciata consensualmente come mezzo di controllo
dell’incremento della popolazione, ci fa perdere del tutto fiducia in quel
mondo ormai distrutto e ci fa guardare con speranza al futuro che gli immuni
creeranno. E io non credo che il finale sia insoddisfacente o altro, credo che
sia in linea con il senso dell’opera e estremamente verosimile. Nel mondo reale
non sempre si trova una cura per la malattia. Non importa quanto ci si provi,
quanto preparati siano i ricercatori, a volte la risposta ci sfugge. Magari con
più tempo a disposizione e cambiando metodi di ricerca WICKED sarebbe riuscito
a trovare una cura. Non lo sapremo mai. Non mi sento neanche di dire di voler
sapere come continua la storia, ho trovato il finale soddisfacente e esaustivo
al punto giusto.
Magari io ho interpretato l’opera in modo troppo “filosofico”
ma ultimamente faccio fatica a trovare trame così interessanti, con così
diverse vie di interpretazione e che riescano a prendermi così tanto. Poi
ritengo che la bellezza dei libri sia anche nei significati che gli
attribuiscono i lettori. Non so se davvero James Dashner ci abbia voluto
proporre questo dillema etico oppure se sia stato solo un mio modo di vedere le
cose, ma tant’è.